GIANCARLO FILACCHIONE
A cura di Enrico Guidi
D1: Come e quando hai iniziato a giocare Subbuteo?
R: Con la pubblicità su Topolino e sull'almanacco Panini. Io venivo dalla Bottonella (il subbuteo dei poveri) e mi sentivo già "campione". Era la seconda metà del 1973, poi venne il campionato regionale ed infine Arenzano. Questi eventi mi diedero la "giusta misura" di quanto valessi: il 2-7 con Beverini fu uno shock che non mi ha più lasciato.
D2: Qual è stato il tuo passaggio all'attività agonistica, in quali anni e in che club hai giocato?
R: Fu la notizia che un torneo regionale (aprile 1974) poteva mandarmi a Monaco di Baviera ad indirizzarmi all'agonismo. Mai ho voluto appartenere ad un club. Amo la "singolarità".
D3: Cosa era il subbuteo per te all'epoca e come lo vedi oggi?
R: Era il sogno di riprodurre il calcio, di trasformarmi in un "allenatore". Per questo giocavo in modo tale da far assomigliare il mio gioco a quello del vero calcio olandese... ma con quelle regole era un rischio.
D4: Come sceglievi i materiali per giocare? Avevi possibilità di scegliere i materiali migliori grazie ai Parodi?
R: Non mi sono mai concentrato sulla possibilità di migliorare tecnologicamente (per me andava bene qualsiasi base).
D5: Come ci si preparava una squadra da torneo? Si modificavano i materiali?
R: Si parlava di raddoppiare i tondini nella base, di limare il bordo delle basi stesse. Si dicevano tante cose, ma a me non interessavano.
D6: Usavi il lucido?
R: Fu Beverini a lasciarci a bocca aperta nel dicembre 1974: I suoi omini scorrevano facilmente lungo tutto il campo. Giovannella*, il più furbo di noi escalmò: "Usano uno spray per i mobili!" Il giorno dopo era domenica, a casa provammo di tutto e qualche vantaggio arrivò: invece di perdere 3-7 persi solo 0-3 con Beverini! [ndr Carlo grande giocatore laziale dell'epoca nonchè amico e compagno di Giancarlo in quelle prime avventure subbuteistiche]
D7: Hai ancora materiale dell'epoca?
R: Tutto andato!
D8: Come ci si procurava le palline migliori? Era difficile averle?
R: Non ho mai cercato le palline migliori: come ho detto prima, il perfezionamento tecnologico non mi mai interessato. Volevo solo giocare come una squadra di vero calcio, anche a costo di sbagliare.
D9: Ti allenavi? Allora c'era il concetto di allenamento?
R:Altro che: per ore! Ma non in modo "scientifico". Si cercava inconsciamente di produrre azioni veloci che in qualche modo sembrassero "vero calcio". Ma il concetto di "portatore"non era ancora balenato. [ndr il "portatore" di palla è stato introdotto dallo stesso Filacchione nella stesura di un suo nuovo regolamento, le "Regole FAIR PLAY" e verrà chiarito in seguito]
D10: Con quali dimensioni di palline hai giocato e con quali modelli se lo ricordi?
R: La pallina "standard" necessariamente. Ma era troppo grossa, anche se prevista dal regolamento. Usammo la FF (la piccola) soltanto per sperimentare con Amadei*: andava benissimo e rimbalzava anche all'indietro!
[ndr Nino Amadei, amico intimo ed estensore delle Regole FAIR PLAY insieme a Giancarlo]
D11: Ricordi come andava tenuto il portiere... e di che colore era il tuo?
R: In un modo indegno: il sostegno interno [ndr Giancarlo intende la barra antintrusione delle nuove porte in ferro che ha visto nei tornei di cdtnon esisteva]. C'era solo l'obbligo di tenere agganciata la rete agli angoli interni; perciò si poteva spingere l'asta di traverso, fino a quasi toccare il palo.
D12: C'era fair play all'epoca nei tornei?
R: C'è sempre stato; anche nelle amichevoli si faceva benissimo a meno dell'arbitro. Il subbuteo è "magico": annulla i cattivi pensieri e non fa venir voglia di barare. Eppure con quelle regole si sarebbe potuto eccome!
[ndr beata innocenza di Giancarlo]
D13: Raccontaci qualcosa su come si risolvevano i dubbi nell'arbitraggio…
R: Si accettava la decisione e basta. Non ci veniva mai voglia di controbattere una decisione arbitrale. "Rispetto": questa era la tacita regola a cui nessuno cui io sappia ha disatteso. "Incredibile!"
D14: Raccontaci qualcosa riguardo allo spirito con cui si affrontava il gioco… cosa significava un tempo l'agonismo nel Subbuteo?
R: Mi piange il cuore a pensare all'entusiasmo calcistico che animava giocatori come Dotto, Lombardo e gli altri. Magari avessero conosciuto le Regole FAIR PLAY: le avrebbero fatte "vivere" nel modo migliore!
D15: Come mantenevi il contatto con il circuito di gioco?
R: Giovannella, Giovannella ed ancora Giovannella. Carlo non era un giocatore del futuro, ma un organizzatore dell'oggi. Senza di lui era impensabile andare avanti.
D16: Cosa ricordi dei Parodi?
R: La cortesi, la semplicità. Sono contento anche per loro di aver contribuito alla nascita delle Regole FAIR PLAY! Hanno fatto tanto per il Subbuteo in Italia. Di più non potevano!
D17: Quante partite hai giocato con la nazionale italiana?
R: Una: la partita dimostrativa contro gli americani facenti parte della nazionale statunitense venuta a Roma per una amichevole di calcio.
D18: Conoscevi il circuito di gioco ETF (European Table Football)?
R: No.
D19: Sentivate invece di far parte di una "Federazione" (italiana)?
R: No: ci sentivamo legati alla ditta "Parodi". Era il nostro vero "riferimento". Sono in debito morale con loro.
D20: E' vera la voce che in nazionale era obbligatorio usare le figure dell'Italia?
R: Mai usate.
D21: Quanto era precisa la definizione di “gioco/sport” data ufficialmente dalla Subbuteo dell'epoca?
R:Non ci siamo mai sentiti "sportivi".
D22: Chi erano i giocatori italiani più forti?
R: Beverini, in assoluto; un campione soprattutto per la "lealtà nel colpire a punta di dito".
D23: Differenze di gioco tra italiani e stranieri...
R: Mai affrontati, esclusi gli statunitensi.
D24: Raccontaci le cose che ricordi con più piacere di quegli anni…
R: I viaggi in autobus verso zone di Roma mai frequentate; il bussare a porte sconosciute; incontrare gli altri. Il viaggio verso Arenzano per i campionati e tutto quello che ne seguì. Furono due giorni pieni di emozioni.
D25: Le tue Regole Fair Play perchè sono nate?
R: Perchè volevano "nascere", perchè i tempi sono maturi, perchè il calcio da tavolo ha raggiunto una perfezione "noiosa" e quindi c'è bisogno di "aria nuova".
D26: Raccontaci i ruoli di coloro che ne hanno contribuito alla loro formazione ed estensione attuale ed il loro contributo ad esse.
R: Amadei: senza di lui, non avremmo iniziato la sperimentazione. Guidi: grazie a lui si è ripreso di fatto a sperimentare. Sonnino: grazie a lui ed alla sua insistenza abbiamo trovato la forza di concludere a tempo di record.
Giancarlo FILACCHIONE ultimo dei romantici del Subbuteo, amico sincero, grande sognatore e forse ultimo dei gentiluomini, ci ha concesso questo suo spicchio di storia del Subbuteo e noi de ilForumSubbuteo lo ringraziamo sinceramente con la speranza di fare insieme a lui il primo match con le Regole FAIR PLAY.
Intervista a cura di Enrico Guidi
Elaborazione delle stampe d'epoca messe a disposizione da Giancarlo Filacchione:
Luca Rajna TSC BlackRose'98 Roma
in collaborazione
www.ilforumsubbuteo.forumfree.it
Grandissimo Giancarlo. Quanti viaggi a Cinecitta' a casa tua e tu da me e mio cugino al Nuovo Salario. E quante partite tra la tua Lazioe e la mia Juve, e' le basi che scivolavano ? Giovannella scovo' il Pronto, ma durava poco, io usavo lo spary al sylicone Owenspray ed era il mio segreto, durava per sempre !!! La sua frase storica : il mio nome e' Giancarlo, prima gioco e dopo parlo !!! Un gran salutone ed in bocca al lupo. Andrea Dotto.
RispondiEliminaCiao Andrea ti aspettiamo nel nuovo Centro Sportivo in Miniatura in Via Filippo Nicolai, 76, 00136 Roma RM, zona Balduina. www,centrosportivoinmiatura.it
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